Se sei entrato almeno una volta in un centro di fisioterapia avrai sentito parlare sicuramente di tecarterapia, anche se non l’hai provata l’avrai sicuramente vista o il paziente prima di te aveva appena terminato l’applicazione.

L’incredibile successo di questo dispositivo lo ha reso in meno di 10 anni dalla sua uscita in commercio, il mezzo fisico fisioterapico:

  • più prescritto dai medici di base, dagli ortopedici e dai fisiatri;
  • più ricercato dai pazienti italiani sui motori di ricerca;
  • più diffuso in italia;
  • più utilizzato dai fisioterapisti!

Perché tutto questo successo per la tecarterapia?
Nel corso di questo articolo ti spieghiamo cosa è la tecarterapia e il perché di questa enorme diffusione. 

Successivamente analizzeremo quali sono le patologie in cui è più indicata, quante sedute occorrono per ogni ciclo e quali sono le sue controindicazioni.

In fine tratteremo l’aspetto economico che riguarda questo tipo di applicazioni, soffermandoci sul perché ci sia una grande differenza di prezzo da un centro di fisioterapia all’altro. 

La Tecarterapia è un mezzo fisico che è stato introdotto in Italia nella seconda metà degli anni 90 ma nasce in Spagna come strumentazione per il trattamento della cellulite e approda in Italia a fine anni 90 come elettromedicale per il trattamento dei disturbi neuro-muscolo-scheletrici.

La Tecarterapia in Italia ha avuto l’evoluzione che l’ha portata alla popolarità attuale anche fuori dei confini nazionali. Aziende, medici e fisioterapisti hanno lavorato su più fronti, tecnologico e clinico, per migliorare l’effiacacia della metodica. La Tecarterapia si é evoluta nella qualità del segnale e del trasferimento energetico, nella sicurezza per il paziente e per l’operatore e nella creazione di accessori sempre più evoluti per il trattamento di tutte le zone del corpo.

T.E.CA.R. sta ad indicare Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo ovvero il modo in cui la Tecar-terapia trasferisce energia ai tessuti. Sinonimi possono essere “diatermia da contatto”, “diatermia a radiofrequenza” o “diatermia capacitiva resistiva”. 


Come dice già il nome la Tecarterapia è una terapia che agisce somministrando energia ai tessuti e le parole Capacitiva e Resistiva stanno ad indicare le modalità con cui può essere effettuata questa somministrazione. La Tecarterapia può essere inserita in tutti i piani terapeutici per la cura e il trattamento delle patologie legate a mani, spalle, ginocchia, gomiti, anca, colonna vertebrale ed eliminare con efficacia dolori articolari nei pazienti sportivi e non.

COSA È LA TECARTERAPIA?

Come detto, la parola Tecarterapia è l’acronimo di Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo, che indica il modo in cui questo dispositivo possa portare uno stimolo biologico ai tessuti.

Ad oggi la grande diffusione della Tecarterapia è sicuramente legata alla sua efficacia terapeutica, che però al momento non è supportata da lavori scientifici importanti.

Il fatto che la Tecarterapia abbia avuto il suo sviluppo in Italia ha molti aspetti positivi ma nello stesso tempo un grande limite legato alla difficoltà di fare ricerca nelle università italiane.

Altri mezzi fisici ad alta tecnologia in fisioterapia infatti, come l’onda d’urto ad esempio, hanno alla base evidenze scientifiche più solide ma spesso realizzate da università straniere.

Questo mezzo fisico è conosciuto anche come radiofrequenza o diatermia da contatto, ed ora analizzeremo il perché di questi due sinonimi:

  1. TECARTERAPIA COME “RADIOFREQUENZA”: questo termine indica lo spettro elettromagnetico di cui fanno parte le onde elettromagnetiche erogate dalla tecar.
    Lo spettro di frequenza della tecarterapia è compreso tra i 500.000 Hz e 1 mega Hz, ed è uno spettro di frequenza molto vicino a quello utilizzato dalle onde radio. 
    Spesso il termine “Radiofrequenza” è conosciuto dai nostri pazienti perché lo hanno visto nei centri di estetica, dove si utilizzano le radiofrequenze per il trattamento di inestetismi come la cellulite.
    Qual è allora la differenza tra una radiofrequenza utilizzata da un’estetista e una tecarterapia utilizzata da un fisioterapista? A livello di frequenza di onda non c’è alcuna differenza, ma i dispositivi utilizzati nei centri estetici, non essendo dei mezzi fisici “medicali” sono depotenziati, quindi hanno una potenza minore rispetto a quelli utilizzati dai fisioterapisti.
    Quindi la tecarterapia può essere utilizzata come la radiofrequenza di un centro estetico, basta impostare una potenza minore, ma una radiofrequenza non può essere utilizzata come una tecarterapia.
    Per questo motivo, grazie soprattutto alla presenza della tecarterapia, negli ultimi anni l’ambito della fisioterapia estetica sta crescendo sempre di più. In fisioterapia inoltre vengono utilizzati particolari manipoli e accessori per arrivare a cedere l’energia più in profondità e per trattare parti anatomiche più complesse da trattare con i manipoli classici.
  2. TECARTERAPIA COME “DIATERMIA DA CONTATTO”: con questo termine si indica cosa sia la tecarterapia in termini fisici.
    È una diatermia, cioè un mezzo fisico in grado di produrre calore endogeno. Il nome Diatermia è stato coniato molti anni fa, da uno studioso Negleshmit agli inizi del 1900.
    A differenza di altri macchinari, come la marconi terapia, la tecar necessita del contatto dei due elettrodi sul paziente affinché si possa effettuare l’applicazione ed ecco perché è detta “diatermia da contatto”.

COME FUNZIONA LA TECARTERAPIA

Per comprendere quelle che sono le reali indicazioni e controindicazioni terapeutiche della tecarterapia è necessario comprenderne il principio di funzionamento e già il nome può essere d’aiuto a questo scopo.
Applicando il principio fisico del condensatore, la Tecarterapia induce all’interno dei tessuti lesi un movimento alterno di attrazione e repulsione (500.000/ 1.000.000 di volte al secondo) delle cariche elettriche degli ioni presenti nei tessuti corporei.
In tal modo la tecarterapia trasferisce energia ai tessuti senza alcuna somministrazione di energia radiante dall’esterno.
Queste “correnti di spostamento” inducono 3 effetti: chimico, meccanico e termico.


Ciò che avviene durante una seduta è che dell’energia viene trasferita ai tessuti mediante due sistemi differenti:

  • Sistema capacitivo 
  • Sistema resistivo

Il fisioterapista può infatti utilizzare la tecarterapia in due modalità differenti per trasferire energia focalizzando l’energia su tessuti differenti in funzione di dove è localizzata la patologia:

  1.  Tecarterapia modalità capacitiva, rilascia più energia nei primi strati sotto l’elettrodo, efficacie sui tessuti molli e superficiali (muscoli, sistema vascolare e linfatico, etc.)
  2. Tecarterapia modalità resistiva, rilascia più energia nei tessuti ad alta impedenza (cioè che lasciano passare minor energia), per questo è utilizzata per applicazioni sui tessuti ossei, cartilaginei, tendinei, aponeurotici.

Semplificando il concetto possiamo dire che con il sistema capacitivo avremo una distribuzione dell’effetto terapeutico immediatamente sotto l’elettrodo mentre con il sistema resistivo avremo una distribuzione dell’effetto terapeutico più in profondità.
Pertanto possiamo dire che il sistema capacitivo è generalmente più adatto a trattare patologie che si localizzano superficialmente come ad esempio le contratture muscolari e gli ematomi superficiali e gli edemi mentre il sistema resistivo è generalmente più utile nel trattamento delle problematiche più profonde che possono coinvolgere le articolazioni e i tendini. 

Ovviamente questa è solo una semplificazione di un modello estremamente complesso.
Nella pratica clinica, infatti, il fisioterapista attua un mix tra capacitivo e resistivo per trattare tutti i tessuti che possono essere implicati nel processo patologico.

È fondamentale sfatare il mito che il sistema Capacitivo deve essere utilizzato più sul muscolo e il Resistivo per osso e tendini. L’utilizzo della Tecarterapia deve essere il più specifico possibile. Prima deve esserci una diagnosi o una valutazione funzionale. Una volta individuato il tessuto target, origine dei sintomi o della disfunzione, solo allora si decide quale modalità e quali accessori utilizzare. 

EFFETTI DELLA TECARTERAPIA, COME AVVIENE IL PROCESSO DI TRASFERIMENTO ENERGETICO CON LA TECARTERAPIA?

Per rispondere a questa domanda è importante ricordare che il corpo umano è composto principalmente di acqua e sali disciolti in essa. 
Questi sali contenuti nell’acqua, si scompongono in cariche elettriche positive e cariche elettriche negative.
La tecarterapia crea prima una forza che attrae e successivamente una forza che respinge queste cariche elettriche.

Il calore profondo o endogeno, è indotto nel paziente dala tecarterapia per mezzo dell’effetto Joule. Gli ioni (particelle cariche elettricamente) presenti nella regione corporea che si sta trattando vengono fatti oscillare centinaia di migliaia di volte al secondo, e questo rapido movimento oscillatorio produce calore.

Quest’attività viene realizzata dalla tecarterapia 500.000 volte al secondo. Quella che si verifica è una vibrazione degli ioni contenuti nel corpo.
Questo effetto non avviene nel corpo intero ma solo nella parte che è compresa tra la piastra e l’elettrodo utilizzato. Muovendo l’elettrodo sull’area da trattare, il fisioterapista sceglie dove convogliare il movimento di cariche e quindi seleziona il tessuto da trattare anche in combinazione con la scelta del sistema capacitivo o resistivo. Sebbene la tecarterapia utilizzi quindi correnti elettriche con una frequenza di 500.000 Hz (il numero di volte che avviene l’inversione della corrente ogni secondo) il paziente non percepisce corrente ma semplicemente sensazioni di tepore.

La tecar non emana radiazioni ionizzanti come quelle che si producono durante le radiografie quindi non è pericolosa anche se va utilizzata comunque da personale esperto al fine di avere un corretto effetto terapeutico e di non arrecare danni ai tessuti.

 

Gli effetti biologici prodotti dalla tecarterapia sono fondamentalmente 3:

  • Effetto chimico: si ipotizza che la tecar porti ad una normalizzazione del potenziale di membrana, gli scambi cellulari tendono ad alterarsi in stati infiammatori;
  • Effetto termico: durante l’applicazione di tecarterapia c’è un richiamo di sangue nella regione trattata. Inoltre una stimola il metabolismo delle fibre collagene e favorisce il rilassamento muscolare. Questo corrisponde a un aumento del microcircolo locale e di calore. Il calore oltre che curativo è molto piacevole e rilassante, tanto che spesso alcuni pazienti si addormentano.
  • Effetto meccanico: l’effetto termico produce un effetto meccanico indotto importante, anche attraverso la vasodilatazione delle strutture del sistema vascolare provocate dall’iperemia. Inoltre è possibile trattare i tessuti mentre questi sono  stimolati dagli elettrodi, abbinando quindi la tecarterapia con la massoterapia, la terapia manuale, la terapia mio-fasciale e riabilitazione funzionale. 

Il fisioterapista avendo chiari gli effetti biologici può più facilmente strutturare il programma terapeutico. Quindi privilegiare uno degli effetti in base alla fase terapeutica, acuta, sub acuta o cronica. 

I diversi effetti biologici possono essere utili per l’integrazione terapeutica. Ad esempio si può prediligere un trattamento che privilegia l’effetto termico in una patologia cronica di preparazione dei tessuti per un trattamento di terapia manuale o di un particolare esercizio terapeutico o rieducazione funzionale 

COME SI REALIZZA UN’APPLICAZIONE DI TECARTERAPIA

L’applicazione di tecarterapia può avvenire in diversi modi:

Vediamo in cosa consistono ognuna di queste modalità.

Nell’applicazione base il fisioterapista, dopo aver collocato la piastra muove l’elettrodo sulla zona da trattare per creare una omogeneità di energia nell’area sofferente. Un’applicazione può durare dai 15/20 minuti per una singola parte del corpo ma può necessitare di tempi maggiori qualora si tratti un’area più estesa come ad esempio l’intera schiena.

Nell’applicazione integrata con la massoterapia il fisioterapista aggiunge all’applicazione base manovre di massoterapia per avere una migliore efficacia in particolare sul tessuto muscolare.

L’applicazione della tecarterapia con la massoterapia consente al fisioterapista di percepire in maniera continua quelle che sono le tensioni muscolari e di agire in maniera più intensa laddove ce ne sia la necessità.

Qualche dubbio si ha sull’esposizione del fisioterapista al trattamento, per via del contatto con il paziente mentre si effettua il massaggio. Tuttavia la piacevolezza del trattamento, soprattutto in abbinamento alla massoterapia rappresenta uno dei punti di forza del trattamento. 

Nell’applicazione integrata con la terapia manuale il fisioterapista utilizza l’elettrodo come fosse l’estensione della sua mano per andare a muovere le articolazioni irrigidite da processi degenerativi o traumatici associando l’effetto terapeutico della tecarterapia con quello specifico del movimento delle articolazioni.

Anche questa modalità di utilizzo della Tecarterapia ha contribuito alla sua diffusione, basti pensare che negli anni del suo ingresso nel nostro paese, la fisioterapia in Italia era ionoforesi, Magnetoterapia e Marconi Terapia. Quindi terapie non operatore dipendente che avevano quindi una bassa compliance sul paziente. 

Ovviamente per realizzare la modalità di trattamento in abbinamento alla Kinesiterapia, alla terapia manuale o all’esercizio terapeutico il fisioterapista potrebbe scegliere particolari geometrie tra piastra ed elettrodo o particolari accessori al fine di agevolare il movimento delle articolazioni.

Nell’applicazione integrata con l’esercizio terapeutico il fisioterapista può scegliere piastra e elettrodi adesivi o in alcuni casi utilizzare due manipoli per far si che il paziente possa compiere degli esercizi attivi mentre esegue la seduta terapeutica.

Quest’ultima modalità è estremamente potente in quanto consente di lavorare direttamente sui movimenti che possono essere limitati o dolenti producendo un recupero funzionale più veloce.

Nell’applicazione di un trattamento di Tecarterapia è importante tener presente il ruolo della crema conduttiva (crema ricca di sali, specifica per il trattamento Tecar).

La crema conduttiva per Tecar deve essere spalmata all’inizio del trattamento in modo abbondante sulla piastra di ritorno e essere sempre presente sotto l’elettrodo attivo, quindi aggiunta dal fisioterapista durante il trattamento ogni volta che la cute assorbe quella spalmata precedentemente sulla parte. La crema per Tecarterapia ha un importante ruolo nel trasferimento energetico. Ogni apparecchio per Tecarterapia ha una sua specifica crema conduttiva. 

TECARTERAPIA, QUALI SONO I BENEFICI

La vibrazione indotta dalla tecarterapia nel tessuto ha diversi effetti a livello biologico e cellulare. E’ possibile infatti riconoscere alla tecarterapia un effetto biostimolante, utile sia nei processi degenerativi che nei processi traumatici, un effetto drenante, utile oltre che nelle patologie estetiche anche in quelle infiammatorie, un incremento della temperatura che può essere utile a rilassare la muscolatura e infine un effetto antidolorifico che è il risultato dei precedenti.

I benefici e i meccanismi fisiologici verosimi della Tecarterapia sono molteplici:

  • Miglioramento dell’afflusso arterioso con incremento dell’apporto di sostanze nutritizie ed ossigeno (riduzione delle tensioni muscolari)
  • Miglioramento del deflusso venoso linfatico con più efficiente espulsione di tossine e cataboliti (riduzione dell’infiammazione)
  • Miglioramento dell’equilibrio di membrana di tutte le cellule presenti nell’area trattata Aumento del metabolismo
  • Potenziamento e sinergia con principi attivi che si vogliono veicolare come trattamenti topici

Ad oggi le modalità di interazione della Tecarterapia con le strutture biologiche non è del tutto chiara. Fortunatamente la diffusione a livello mondiale della Tecarterapia sta sensibilizzando gli investimenti sulla ricerca di questa terapia fisica. 

INDICAZIONI TERAPEUTICHE DELLA TECARTERAPIA

La tecarterapia può coadiuvare il trattamento di diverse patologie come ad esempio l’artrosi, il mal di schiena, le cervicalgie, le tendiniti e fascite plantare.

Può essere un valido supporto nel trattamento delle contratture muscolari e nel trattamento sintomatico della fibromialgia.
Le fibrosi sono un altro campo di applicazione della tecarterapia. Queste possono verificarsi a seguito di traumi o possono essere primarie come nel caso dell’induratio penis plastica, della sindrome di Dupuytren o nella sindrome di Ledderhose.

In traumatologia trova applicazione nella facilitazione del riassorbimento degli ematomi e nella biostimolazione delle lesioni muscolari.
Va sottolineato che nelle patologie in fase acuta, la tecarterapia può essere applicata vantaggiosamente impostando i parametri in modo da non avere un incremento termico. Quest’ultimo, infatti, si realizza ogni qualvolta il fisioterapista ritiene opportuno impostare parametri di energia da somministrare che superano quelli che il corpo riesce a smaltire. L’incremento termico, che è così utile nel trattamento delle contratture, è controindicato nelle patologie in fase acuta e quindi è la valutazione che il fisioterapista fa prima di eseguire la seduta, a determinare la scelta dell’impostazione dei parametri.

E’ possibile eseguire tecarterapia anche quando sono presenti mezzi di sintesi come ad esempio protesi metalliche.

Durante i trattamenti alla schiena capita spesso che il paziente si rilassi così tanto che si addormenta.
Per questo motivo nella maggior parte dei nostri trattamenti ne facciamo uso, e la integriamo con le tecniche di terapia manuale (mobilizzazioni) o con altre terapie fisiche come laser ad alta potenza, ultrasuoni, onde d’urto o interix.

Le condizioni in cui la tecarterapia è utile sono moltissime, qui di seguito te ne elenco alcune:

CONTROINDICAZIONI DELLA TECARTERAPIA

tecarterapia controindicazioniLa tecarterapia è un mezzo fisico che, utilizzando le radiofrequenze, stimola la biologia del tessuto.
Questo tipo di energia e l’effetto che comporta sul paziente non possono essere effettuati in alcuni casi.

Come tutti gli elettromedicali, anche la tecarterapia presenta delle controindicazioni assolute, per le quali il trattamento non deve essere effettuato per nessun motivo, e delle controindicazioni relative dove a seconda dei casi o del distretto specifico da trattare, il fisioterapista può eseguire l’applicazione.

Di seguito approfondiremo nel dettaglio questi aspetti iniziando dalle controindicazioni assolute 😉

CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE PER LA TECARTERAPIA

Le controindicazioni assolute per il trattamento di tecarterapia sono principalmente 4:

  • pazienti affetti da neoplasie, o che sono stati affetti da tale patologia negli ultimi 10 anni: il motivo che impedisce assolutamente di effettuare l’applicazione a questo tipo di persone è l’ipotetico rischio che lo stimolo biologico della tecar possa stimolare un’eventuale presenza di cellula tumorale. Questo avvenimento, è solo teorico, non è mai stato studiato perché il rischio a cui sarebbero sottoposti i volontari per l’esperimento sarebbe eccessivo.
  • Pazienti in stato di gravidanza: anche in questo caso si teorizza che lo stimolo biologico indotto dalla tecar potrebbe influenzare la crescita del bambino. Il comitato etico non permetterebbe mai di effettuare delle applicazioni di prova con il rischio, seppur minimo, di portare delle malformazioni al futuro bambino, quindi nel dubbio si preferisce non rischiare.
  • Pazienti in età pediatrica: si tratta di tessuti in continuo accrescimento, e nel dubbio che lo stimolo biologico possa alterare tale crescita si preferisce vietare assolutamente le applicazioni. Inoltre, nel caso dei bambini, avendo un tessuto già fortemente stimolato dalla normale crescita, sarebbe poco rilevante indurre un altro stimolo esterno.
  • Pazienti portatori di pacemaker o qualsiasi altro device non scollegabile dal corpo: come ad esempio il device utilizzato dai diabetici per l’insulina. Il campo elettromagnetico della tecarterapia potrebbe interferire con i device, e nel caso di pacemaker, qualora si creassero delle alterazioni di funzionamento si rischierebbe di mettere in gravi condizioni il paziente. Per questo motivo è assolutamente vietato. 
  • Pazienti che soffrono di epilessia.

Le controindicazioni relative sono diverse, per questo ne elencheremo alcune: 

  • Pazienti in stato influenzale e/o febbrile: sono pazienti con uno stato fisico alterato, e un eventuale stimolo biologico indotto dall’esterno potrebbe portare più disagi che benefici.
  • Pazienti portatori di protesi: alcune protesi, in particolare quelle utilizzate in passato, sono altamente conduttive. Questa situazione rientra nelle controindicazioni relative perché se il paziente ha subito un intervento di protesi al ginocchio ma deve effettuare un’applicazione di tecarterapia alla spalla non c’è alcun problema nel trattamento.
  • Pazienti con patologie dermatologiche: bisogna valutare il tipo di patologia dermatologica, e nel dubbio il fisioterapista si confronta con il medico che ha prescritto le applicazioni di tecar.
  • Pazienti con ferite aperte: eseguire un trattamento di tecarterapia su una cicatrice non completamente chiusa potrebbe aumentare il rischio di infezione. Allo stesso tempo, effettuare tecarterapia nei distretti limitrofi non causerebbe alcun problema alla ferita.
  • Pazienti con diabete o patologie che alterano la sensibilità cutanea: il trattamento di tecarterapia include il feedback del paziente per una buona riuscita del trattamento. Viene infatti richiesto dal fisioterapista, più volte nel corso dell’applicazione, quanto calore avverta il paziente. Ma se la persona ha dei problemi di sensibilità cutanea non può riportare un feedback veritiero al terapista.
  • Pazienti con alterazione della sensibilità superficiale e che non sono in grado di percepire l’aumento del  livello di calore sulla pelle.
  • Pazienti psichiatrici che possono avere comportamenti o compiere azioni che metta in pericolo la loro incolumità durante il trattamento.

TECARTERAPIA PREZZO: QUANTO COSTA UNA SEDUTA?

prezzi medi per ogni seduta di tecarterapia differiscono molto da Centro a Centro, da Città a periferia e da Nord a Sud Italia.

Orientativamente nel nord italia, nelle grandi città e nei centri ad alta qualità il prezzo medio per una seduta di tecarterapia può arrivare anche a 50 euro a seduta, mentre nelle periferie dove si ha un costo della vita più basso i possono scendere fino a 20 euro a seduta.

Ciò che determina il prezzo ovviamente non è solo il costo della vita locale, o il fatto di essere nella grande città ma il tipo di fisioterapista che effettua l’applicazione  e naturalmente il tipo di macchinario utilizzato.

Altro elemento che influenza il prezzo di una Tecarterapia è il tempo di applicazione. È chiaro che il trattamento effettuato all’intera colonna per il mal di schiena può anche superare i 30 minuti, mentre per il trattamento di del gomito per una epicondilite a volte 15 minuti sono più che sufficienti. 

La tecarterapia è un mezzo fisico in cui l’impostazione dei parametri del dispositivo (es. quanta potenza? Quanta frequenza? Quanto tempo per il trattamento? Applicazione capacitiva o resistiva?) e le abilità manuali del fisioterapista sono fondamentali ai fini della cura della persona.

Quindi il prezzo medio per un trattamento di tecarterapia è intorno ai 35 Euro ma dipende molto dall’apparecchiatura utilizzata e dalla specializzazione del fisioterapista e dall’utilizzo di creme per Tecarterapia di alta qualità o con l’aggiunta di medicamenti o oli essenziali.

Vi invitiamo a diffidare sempre dai prezzi troppo bassi, come dicevamo ci sono sempre vari modi di erogare una tecarterapia e il prezzo potrebbe essere dovuto al fatto che l’erogazione somigli più a un ferro da stiro che a un trattamento ben studiato e somministrato.

QUANTE SEDUTE SERVONO DI TECARTERAPIA?

Questa è una domanda che il fisioterapista sente spesso dai suoi pazienti e non solo per i trattamenti di tecarterapia.

Poiché ogni paziente reagisce in modo singolare e unico alla terapia, non esiste una risposta certa del tipo “tra sei sedute non avrai più dolore!”.
Magari fosse possibile prevederlo, i fisioterapisti avrebbero tanti pensieri in meno. La risposta viene data in base al tipo di patologia, al tipo di paziente e al tipo di esperienza del fisioterapista, e raramente si danno risposte certe. Il più delle volte si parla di range “tra 5 – 7 sedute si dovrebbero avere dei miglioramenti sensibili”

Altro elemento da considerare nel capire quante sedute occorrono per migliorare la sintomatologia è l’associazione terapeutica. Più precisamente la Tecarterapia, è normalmente associata ad altri trattamenti di terapia fisica (ad esempio laserterapia o ultrasuoni, a trattamenti di terapia manuale o esercizio terapeutico).
Questi protocolli riabilitativi, se prescritti correttamente in base alla patologia del paziente, possono avere portare ad una riduzione del numero delle sedute di Tecarterapia.

Normalmente i cicli prescritti dai medici per lombalgiacervicalgieepicondiliti, tendiniti, contratture, fibrosi tendinee ecc… prevedono 10 applicazioni. Oggi la fisioterapia sta sempre evolvendo e il classico ciclo di fisioterapia con 10 trattamenti tutti uguali sta lasciando il posto a programmi più flessibili.

La frequenza delle sedute dipende dal tipo di persona che stiamo seguendo: se sti sta trattando un giocatore che il giorno dopo deve entrare in campo allora si opta per effettuare brevi cicli ma più frequenti nel corso della giornata, se si tratta del dolore alla schiena di un impiegato di banca, 3 volte alla settimana potrebbero andar bene, meglio ancora se intervallate da un giorno di pausa quindi ad esempio fare: lunedì, mercoledì e venerdi; oppure martedi, giovedi e sabato.
Nel caso di cicli da dieci sedute spesso si pianifica il percorso terapeutico in questo modo: le prime due settimane si effettuano tre sedute a settimana mentre le ultime due settimane, due volte a settimana.

LA TECARTERAPIA È CONVENZIONATA?

Probabilmente ti sembrerà strano, eppure la tecarterapia non è ancora convenzionata con il SSN (sistema sanitario nazionale) mentre è presente nella lista delle prestazioni rimborsabili di assicurazioni sanitarie e fondi di assistenza. 

Perché in SSN “non la passa”?
Il motivo sta nel fatto che questo dispositivo al giorno d’oggi non rientra nei cosiddetti LEA, regimi minimi di assistenza, e il SSN (sistema sanitario nazionale) non la riconosce tra le terapie convenzionabili. Per tale motivo, anche negli ospedali una seduta di tecarterapia viene fatta pagare in tutta Italia. Questo non succede solo per la Tecarterapia ma anche per altre terapie importanti e ricche di evidenze scientifiche come le onde d’urto.

Un centro di Fisioterapia convenzionato può inserire il trattamento di Tecarterapia nel progetto riabilitativo in associazione alle terapie convenzionate ma la prestazione di Tecarterapia non rientrerà in nessun caso in convenzione e dovrà essere pagata come prestazione privata. Tutte le altre prestazioni verranno erogate (se previsto) attraverso la presentazione della ricetta del medico curante o dello specialista e il pagamento del ticket sanitario, ad eccezione dei pazienti esenti per età o patologie.

Da cosa è formata una tecarterapia?

Il dispositivo tecarterapia è costituito da tre elementi principali:

  • una macchina centrale, all’interno della quale vi è il motore;
  • un elettrodo: capacitivo o resistivo;
  • una piastra.

L’area da trattare sarà interposta tra la piastra e l’elettrodo, in modo da essere stimolata.

La sensazione che si avverte nel corso del trattamento è quella di un piacevole massaggio caldo.

Il terapista infatti muove continuamente l’elettrodo.

Viene utilizzata una particolare crema conduttiva per il trattamento, che migliora la conduzione dell’energia dall’elettrodo al corpo del paziente.

Ovviamente quando vi abbiamo parlato delle tre componenti: macchina, piastra e elettrodo vi abbiamo presentato il modello base di tecarterapia.

Attualmente i dispositivi tecar moderni, includono anche molti altri accessori:

  • schermi touch o tablet  per regolare le impostazioni;
  • elettrodi bipolari che permettono di effettuare il trattamento senza l’utilizzo della piastra;
  • sistemi statici automatici per poter eseguire l’applicazione senza che il fisioterapista abbia mani impegnate a tenere gli elettrodi;
  • sistemi con il neutro (la piastra) dinamico, in cui la piastra ha la stessa forma di un elettrodo e consente di poter effettuare geometrie energetiche più specifiche e precise;
  • miofasciali;
  • elettrodi interni per la riabilitazione del pavimento pelvico;
  • IASTM
 
 

Tecarterapia: il costo dell’apparecchio

I dispositivi di tecar sono come le automobili: esistono le Ferrari, che sono altamente performanti e altamente costose e provviste di tutti gli accessori possibili e immaginabili.
Esistono le automobili di fascia media che garantiscono una buona sicurezza stradale, una buona durata nel tempo, i comfort essenziali come l’aria condizionata o la radio, ma non hanno motori potentissimi.
In fine ci sono le automobili ultra economiche e/o usate, che permettono all’utente di guidare una macchina, ma dato il prezzo così basso non garantiscono una buona tenuta di strada, non sono provviste di comfort, non garantiscono una buona durata nel tempo e non hanno un buon motore.

La scelta dell’acquisto delle automobili avviene in base ai bisogni di chi le compra e alle proprie disponibilità nel poter scegliere.

Questo parallelo con il mondo dell’automobile aiuta anche il paziente nel capire che il prezzo della seduta è anche proporzionale alla qualità del macchinario e fare Tecarterapia in un centro piuttosto che in un altro é una scelta che va fatta in modo consapevole. Le aziende che producono Tecarterapia ad alto prezzo, hanno programmi di formazione completi e articolati a differenza delle Tecarterapia a basso costo che spesso non prevedono un percorso di formazione per il fisioterapista. 

Ritornando al mercato della tecarterapia, ci sono centri fisioterapici che scelgono il top di gamma, altri che scelgono una tecar di fascia media e altri ancora che scelgono i prezzi più bassi sul mercato perché l’importante è averla a studio per poter rispondere positivamente alle prescrizioni dei medici.

Il costo di un apparecchio di tecarterapia oscilla dai 1000 euro per un dispositivo di basso livello, o un usato, ai circa 30.000 euro per il dispositivo più costoso.

I fattori che fanno la differenza nel prezzo sono:

  • Il nome della casa produttrice e le attività di marketing che mette in campo;
  • La ricerca scientifiche e le evidenze che ha a supporto del proprio macchinario.
  • La qualità delle componenti che formano il dispositivo: ad esempio, sono componenti made in Italy?
  • La sicurezza per l’operatore e per il paziente: quanto è schermata la tecar?
  • Quanta dispersione di energia c’è durante un’applicazione?  
  • Quanti accessori ha?
  • Permette di trattare perfettamente ogni parte del corpo
  • Quante frequenze ha?
  • Consente al fisioterapista di essere specifico nei suoi trattamenti, scegliendo la frequenza più idonea al tessuto da trattare?
  • Ha facilità di utilizzo grazie alla tecnologia? La Tecarterapia ha uno schermo intuitivo o è provvista di tablet o smartwatch che consentano di poter impostare e regolare i parametri dalla distanza?
  • Fornisce uno Grafico, o un diagramma in cui il fisioterapista possa vedere il tipo di erogazione effettuata nel corso del trattamento?
  • L’emissione dell’energia è solo continua o è prevista anche un’emissione pulsata per i casi in cui il fisioterapista non voglia creare uno stimolo termico importante?
  • Immagine Estetica: quanto sono curati i dettagli?
  • È un mezzo fisico presentabile? Questo è fondamentale perché comunica al paziente, che di teoria fisica non ne sa nulla, quanto vale il dispositivo con cui lo stiamo trattando e non dimenticare che un dispositivo bello da vedere valorizza la nostra immagine professionale. 
  • La forma d’onda è una delle maggiori caratteristiche del dispositivo. Questa grandezza fisica indica quanto sia curata  l’onda elettromagnetica che emette il macchinario. Le Tecarterapie più evolute addirittura hanno forme d’onda che si adattano in base all’impedenza dei tessuti e all’energia impostata dell’operatore.
  • Assistenza post vendita e serietà della casa produttrice: nel caso in cui si acquistasse un dispositivo usato o un dispositivo a basso prezzo, c’è la possibilità di non essere tutelati nel caso in cui la dia problemi nel corso del tempo. Questo tipo di assistenza e di garanzia rientra nel pagamento iniziale.
  • Formazione sull’utilizzo del prodotto.

Si potrebbe continuare a scrivere di fattori che caratterizzano le varie tecarterapia ancora a lungo, ma abbiamo preferito soffermarci solo sui più importanti.

Comunque attenzione quando si sceglie un prodotto e un centro piuttosto che un altro, perché non si tratta di fare un giro in macchina ma della professionalità del fisioterapista, della cura del vostro corpo e della sicurezza della vostra persona e dell’operatore che esegue l’applicazione fa la differenza.

Come scegliere il centro dove fare Tecarterapia

Questo è uno dei problemi più frequenti per i pazienti, di solito i medici prescrivono “Trattementi di Tecarterapia” ma il problema è che ovviamente non sono tutti uguali.

Un trattamento di Tecarterapia dipende da due fattori principali:

  • L’apparecchiatura utilizzata
  • La formazione specifica dell’operatore

La Tecarterapia non è sicuramente la panacea della riabilitazione e del dolore ma è molto utile se ben eseguita e integrata con altre terapie fisiche e manuali.

In questo momento i sistemi per Tecarterapia più avanzati stanno lavorando per integrare accessori utili al lavoro dinamico e quello miofasciale per implementare la tecarterapia all’interno di altre metodiche.

Ovviamente per essere in grado di utilizzare queste tipologie applicative della tecarterapia il sistema deve essere estremamente sicuro e integrato con questi accessori ma ancor più importante è la formazione del Fisioterapista.

Al momento la formazione del fisioterapista nell’utilizzo della Tecarterapia durante il corso di laurea é molto scarsa. Un fisioterapista neo laureato non ha spesso una competenza di livello per trattare soprattutto casi complessi. Per ridurre questo gap formativo al momento esistono solamente i corsi di formazione delle aziende produttrici ma non master universitari focalizzati sull’utilizzo della Tecarterapia o su altri mezzi fisici. 

Riuscire a capire quale tipologia di tecarterapia e quanto il fisioterapista sia formato non è cosa facile per il potenziale paziente per questo noi di Fisioterapia Italia vogliamo fare cultura su questi temi, affinchè i pazienti abbiano il servizio che meritano e i centri si adeguino tecnologicamente e manualmente per offrire le cure che tutti meritano.